Manuale di redazione

Queste sono le regole per la redazione di testi destinati alla pubblicazione sulla testata InterLex e sono essenzialmente opera del giornalista Manlio Cammarata. Si tratta di suggerimenti che valgono innanzi tutto per chi vuole scrivere su una testata e occuparsi di informazione, ma funzionano molto bene anche per scrivere saggi o manuali. Un manuale di redazione è, in realtà, un’opera mai completa e dunque con il passare del tempo questa pagina si arricchirà di suggerimenti e indicazioni.

1. Formato dei documenti

I documenti devono essere inviati come allegati (attachment) in formato “.TXT senza interruzioni di riga” o .”.RTF”. E’ accettato – ma non consigliato – il formato “.DOC” di Windows.

Sono tassativamente esclusi:

  • l’inserimento dei testi nel corpo dei messaggi e-mail;
  • il formato HTML comunque generato;
  • il formato .PDF.

Le esclusioni sono dovute al fatto che occorre molto tempo per eliminare la formattazione generata da questi programmi per poi riapplicare la formattazione della casa editrice.

2. Formato dei testi e link

Usare solo il formato “normale” o plain text. Non usare corpi diversi per i titoli: l’aspetto grafico finale è compito della redazione.
Il carattere grassetto deve essere usato solo per dare particolare enfasi a singole parole o brevi espressioni, oppure in brevi paragrafi di sintesi.
Il carattere sottolineato non deve mai essere usato.
Il carattere corsivo deve essere usato per le parole straniere che non siano di uso comune o per titoli in lingue diverse dall’italiano.
Per esempio: security management oppure Telecommunications Act.
Invece: provider, server, on line ecc.
Si consiglia di scrivere la parola “internet” con la minuscola e l’articolo: l’internet, come “la radio”, la televisione”, “il giornale”.
I link vanno indicati usando il font courier.
Per esempio: Un articolo del Corriere della sera –

http://www.corriere.it

– di ieri riferiva…

3. Citazioni

Le brevi citazioni nel corpo del testo possono essere indicate “tra virgolette” (preferibile quando si riportano discorsi o testi altrui) oppure in corsivo (preferibile nella citazione testuale di testi normativi).
Non usare mai il corsivo e le virgolette insieme.
Le lunghe citazioni, in particolare articoli di legge, vanno in corsivo in paragrafi separati dal testo.
Indicare ogni volta che è possibile la fonte delle informazioni con i relativi link (ove disponibili).

4. Ortografia

Uso delle maiuscole

L’ortografia italiana prescrive che la maiuscola si usi solo all’ inizio di periodo, dopo un punto fermo, esclamativo o interrogativo, o per indicare nomi propri. Si usa anche per indicare istituzioni e alte cariche, solo quando il riferimento è alla funzione istituzionale. Per esempio:
Ogni repubblica ha un presidente, ma il Presidente della Repubblica.
Oppure: tutti gli stati democratici hanno un parlamento, ma i Parlamenti degli Stati dell’Unione europea. Ancora: la legge sulla tutela dei dati personali, e non la Legge sulla Tutela dei Dati Personali (questa è ortografia anglosassone).
A questo proposito si ricorda che gli aggettivi hanno sempre l’iniziale minuscola.
In generale si deve evitare di scrivere lunghe sequenze di parole che iniziano con la maiuscola, basta la prima: il Garante per la protezione dei dati personali, il Ministero delle finanze ecc.
I nomi comuni iniziano sempre con la minuscola: avvocato, legge, decreto, direttiva, ente certificatore ecc. La maiuscola è ammessa quando si vuole dare particolare enfasi alla parola: in nome della Legge!

Sigle e abbreviazioni

Le sigle vanno scritte, in accordo con le norme UNI, in tutte lettere maiuscole e senza punti: l’Autorità per l’informatica nella pubblica amministrazione è AIPA, non A.I.P.A, Aipa, o a.i.p.a.
Fanno eccezione le abbreviazioni di uso comune nei testi giuridici: c.c. (codice civile), c.p.p. (codice di procedura penale) ecc.
Si usa L. per “legge”, ma solo quando è seguita dall’indicazione numerica della legge stessa, che deve essere nel formato numero/anno per le leggi italiane e anno/numero per le direttive europee. Per esempio: la L. 675/96 (ma la legge sulla tutela dei dati personali) oppure la direttiva europea 2000/31 (o, meglio, la direttiva 2000/31/CE; inutile in questo caso aggiungere “europea”).
Non usare le abbreviazioni che sono esclusive del “legalese” scritto (o di qualsiasi altro gergo); per esempio, si deve scrivere per esteso cosiddetto invece di c.d., che non significa nulla per chi non è abituato a questo tipo di testi. Se usare il gergo è necessario per esigenze di scrittura, allora è necessario essere assolutamente certi dell’ortografia, del significato e del contesto in cui la parola o l’espressione devono essere utilizzate.

Punteggiatura

I segni di interpunzione sono uniti alla parola che precede e separati da uno spazio dalla parola che segue. Questo vale anche per il punto di abbreviazione nell’indicazione di leggi o articoli: si deve scrivere art. 1 e non art.1, l. 47/48 e non l.47/48
Le parentesi e le virgolette sono unite al testo che racchiudono e separate da uno spazio dal testo circostante: è corretto questo “testo tra virgolette”, mentre è sbagliato questo ” testo tra virgolette “
Il segno di interpunzione segue, di norma, la chiusura della parentesi o delle virgolette.
A differenza delle parentesi, trattini che separano gli incisi hanno lo spazio prima e dopo – come questo – e non sono attaccati alle parole che racchiudono -in questo modo-
Si ricorda che non è necessario andare a capo ad ogni punto fermo, né saltare una riga ad ogni a capo. I salti di riga devono essere usati per dare respiro al testo, separando concetti diversi.

5. Note di stile

Evitare i “cappelli” introduttivi. Vale sempre la vecchia regola del giornalismo americano della “delle 5 W nelle prime cinque righe”: Who, What, Where, When, Why.
Evitare le inutili descrizioni di aspetti non rilevanti ai fini del discorso: Il convegno si è svolto in marzo a Venezia è l’informazione essenziale; invece Il convegno si è svolto nella splendida cornice veneziana sotto il primo tiepido sole di marzo è un’inutile lungaggine.
Usare frasi brevi, separate da punti fermi. Evitare le faticose concatenazioni di frasi subordinate (tanto care ai giuristi!).

6. Alcuni testi per approfondire:

Marilì Cammarata Il correttore di bozze Lampi di stampa
Ken Roman Writing that works Penguin books
The Economist The Economist Style Guide

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